L’esposizione in fotografia

Può piacere a un tuo amico? Condividilo!

Facebook
Twitter
LinkedIn
Email
WhatsApp

L’ESPOSIZIONE IN FOTOGRAFIA

Una fotocamera digitale non è altro che una scatola con un foro su un lato e un sensore sensibile alla luce sull’altro. Per scattare una foto, il sensore necessità soltanto della giusta quantità di luce. Se non ne riceve a sufficenza, si avrà una perdita dei dettagli nelle ombre (foto sottoesposta). Al contrario, se si riceve troppa luce, si avrà una perdita dei dettagli nelle luci (foto sovraesposta).

L’esposizione corretta, che è determinata dalla dimensione dell’apertura (del diaframma), dall’intervallo di tempo in cui rimane aperto il diaframma (velocità dell’otturatore) e del livello di sensibilità alla luce (ISO), fornirà il miglior equilibrio fra luci e ombre mettendo in risalto tutti i dettagli della foto. In questo articolo capiremo come ottenere l’esposizone corretta e come effettuare le impostazioni nella modalità Program (P). Più avanti vedremo come impostare manualmente l’esposizione, per avere un maggior controllo dello strumento.

FOTO SOTTOESPOSTA FOTO SOVRAESPOSTA

GUARDATE IL GRAFICO DELLA VOSTRA ESPOSIZIONE

Uno strumento eccellente per valutare l’esposizione della vostra foto è l’istogramma, un grafico dei toni della vostra immagine, dai più scuri (a sinistra) ai più chiari (a destra). Potete controllare l’istogramma di una foto dopo averla scattata sul monitor LCD, oppure quando scattate. In generale dovreste vedere una distribuzione uniforme da destra a sinistra dei toni con una lieve curva a campana al centro. Un istogramma spostato verso sinistra oppure verso destra indica il cosiddetto clipping: i toni delle ombre o delle luci  sono eccessivi per essere registrati dal sensore.

RIEMPITE IL SECCHIO DI LUCE

L’esposizione è l’aspetto più importante della fotografia, fotografia, del greco, significa “scrivere con la luce”. Scriviamo dunque questo concetto con una metafora che richiede un pò di immaginazione, ma molto utile: riempire un secchio di luce.

Pensate a un’occasione in cui avete riempito un secchio di acqua. Se avete aperto appena il rubinetto, ci sarà voluto un bel pò di tempo per riempire il secchio, diciamo quattro minuti. Se avete aperto di più il rubinetto, circa due volte tanto, il secchio si sarà riempito più velocemente, diciamo in due minuti. Se avete aperto il rubinetto al massimo, l’acqua sarà traboccata in un minuto. Il livello di riempimento del secchio corrisponde all’esposizione e si misura con i cosiddetti stop. Duplicare l’esposizione significa aggiungere uno stop. Dimezzare l’esposizione significa diminuire di uno stop.

Così per la vostra fotocamera: Il sensore digitale della fotocamera è il secchio, il grado di apertura del rubinetto è l’apertura del diaframma, il tempo in cui scorre l’acqua è la velocità dell’otturatore. Per garantire che il sensore riceva la giusta quantità di luce per fare una foto, dovete regolare il rubinetto (diaframma) e il tempo in cui lasciate passare la luce (velocità dell’otturatore).

Se l’apertura del diaframma o la velocità dell’otturatore sono insufficienti oppure eccessivi, otterrete immagini troppo scure ( se il secchio non è stato riempito d’acqua) oppure troppo chiare (se l’acqua è gtraboccata dal secchio).

Salvo alcune eccezioni, diaframma e otturatore sono controlli meccanici: Quando premete il pulsante dis catto per fare una foto, un timer super preciso dice alla tendina dell’otturatore quando aprirsi e chiudersi a scatto, mentre un foro circolare variabile detto diaframma gestisce le dimensione dell’apertura.

SCOPRITE LA FUNZIONALITA’ DELL’ESPOSIMETRO

Come fa la vostra fotocamera a capire quanto regolare l’apertura del diaframma e la velocità dell’otturatore per ottenere l’esposizione corretta? Esegue un calcolo tramite un dispositivo elettronico, l’espositimetro, che ,misura la quantà di luce che passa attraverso l’obiettivo fornendo un valore medio di luce.

Il calcolo si basa sulla luminosità riflessa da un cartoncino grigio o grey card, che riflette la luce sul cosiddetto grigio medio o grigio 18%. La grey card si usa come riferimento per valutare la luce nella scena inquadrata (è utile anche per il bilanciamento del bianco). Attratto dai toni medi, il vostro esposimetro creerà un’esposizione bilanciata sulla base del grigio medio, ma questo può creare qualche problema.

Se misurate la luce riflessa da un volto della carnagione chiara, ad esempio, otterrete un valore di esposizione medio, ma anche se misurate la luce riflessa dal volto di una persona di carnagione scura otterrete sempre un tono medio. L’esposimetro della vostra fotocamera è comunque intelligente. E’ in grado di analizzare scene complesse in termini di luce indovinando l’esposizione, ma a volte potrebbe anche non indovinare, o comunque non incontrare i vostri gusti. Ecco a cosa serve la compensazione dell’esposizione.

MISURAZIONE DELLA LUCE DELLA VOSTRA FOTOCAMERA

La vostra reflex oppure la vostra mirrorless è dotata di tre, oppure anche quattro, modalità di misurazione della luce che le consentono di ottenere il valore migliore di esposizione. Ogni modalità utilizza un metodo diverso per misurare la luce della scena inquadrata.

  • MISURAZIONE SPOT
  • MISURAZIONE FAT SPOT
  • MISURAZIONE MEDIA A PREVALENZA CENTRALE
  • MISURAZIONE VALUTATIVA

 

MISURAZIONE SPOT

Questa modalità misura la luce soltanto in una piccola area circolare delineata nel mirino o sullo schermo LCD. Permettendo di ottenere un tono medio, la misurazione spot è lo strumento in genere preferito dai fotografi molto attenti che cercano di ottenere esposizioni corrette. Le scene che richiedono un tono medio sono rappresentate da rocce grigie, erba verde, cielo sereno con la luce di media mattina o metà pomeriggio.

MISURAZIONE FAT SPOT

Questa modalità non è disponibile per tutte le fotocamere. E’ simile alla misurazione spot, ma rileva un’area più grande, viene chiamata pertanto fat spot. Va bene per la lettura veloce di una sezione importante della scena, che valutate essere più o meno intorno al tono medio.

MISURAZIONE MEDIA A PREVALENZA CENTRALE

Questa modalità di misurazione considera l’intera scena dando priorità alla zona centrale e calcolando poi una media dei valori. Però può ingannare, in particolare se il soggetto è davanti a uno sfondo molto luminoso oppure è illuminato da un proiettore in un ambiente scuro.

MISURAZIONE VALUTATIVA

Chiamata anche misurazione multi-pattern, rileva la luce attraverso più punti, a volte migliaia di punti, ed esegue un’analisi per ottenere il valore migliore. Molti sistemi prevedono dei database contenenti inquadrature di riferimento con cui confrontare la foto scattata. Funziona anche con l’autofocus per rilevare la distanza degli oggetti nell’inquadrature e spostare l’esposizione agli oggetti più vicini. Questa modalità sarà la vostra miglior scommessa per un’ampia varietà di foto.

LA REGOLA DEL 16

Non è necessario usare un esposimetro (sia quello integrato che quello esterno) per ottenere una perfetta esposizione in condizioni di luce diurna, lo si può fare anche senza passare ore e ore tra prove ed errori.

Si tratta di un vecchio metodo, la cosiddetta “regola del 16”.  Prendete l’impostazione ISO e trasformate il  numero relativo in frazione, ad esempio, il valore ISO 200 diventa 1/200. Impostate questo valore come velocità dell’otturatore, quindi regolate l’apertura del diaframma in base alle condizioni di luce riportate a qui sotto.

 

Condizione di luce Apertura del diaframma
giornata lunimosa, soleggiata, cielo blu  f/16
giornata luminosa ma offuscata (ombre distinte)  f/11
nuvolosità moderata (ombre lievi) f/8
nuvolosità elevata (assenza di ombre) f/5.6
ombra aperta in una giornata soleggiata f/4

 

MISURATE LA LUCE MANUALMENTE CON LA FUNZIONE AEL

Con l’esposizione automatica le impostazioni vengono bloccate soltanto per una determinata area dell’inquadratura quando premete per metà il pulsante di scatto. Come potete fare se desiderate misurare la luce in un’area diversa dell’inquadratura ma non volete tribolare con l’esposizione manuale? Vi viene in aiuto la funzione AEL (Autoexposure lock ovvero blocco dell’esposizione automatica).

Sulla maggior parte delle fotocamere, il pulsante AEL è disposto sul retro della macchina in una posizione accessibile al pollice. Avvicinate la fotocamera al punto in cui desiderate misurare la luce nella vostra inquadratura e premete il pusante AEL per bloccare l’esposizione. Potete quindi ricomporre liberamente la vostra inquadratura allontanandovi dal punto per il quale è stata bloccata l’esposizione.

Questa funzione risulta particolarmente utile quando si utilizza la misurazione spot. I fotografi paesaggisti, ad esempio, sanno che molte rocce presentano un colore grigio neutro, quindi bloccano l’esposizione ottenuta con la misurazione spot e ricompongono l’inquadratura.

RISOLVERE I PROBLEMI DI ESPOSIZIONE CON LA FUNZIONE EC

Arriviamo ora a un concetto molto importante: Non esiste un’esposizione oggettivamente “corretta”. Sicuramente un’esposizione è da considerare errata quando la foto risulta sottoesposta oppure sovraesposta in maniere evidente, con conseguente perdita totale dei dettagli. Tuttavia, se riscontrate che la vostra inquadratura, sia essa un paesaggio, un ritratto, un oggetto in still life o altro, sia appena più chiara o appena più scura della realtà, potete intervenire con la funzione EC, L’exposure compensation ovvero compensazione dell’esposizione.

La vostra fotocamera potrebbe avere un selettore EC per la compensazione dell’esposizione, ma sulla maggior parte delle fotocamere si accede alla funzione EC tramite il pulsante con il simbolo +/-. Dovete regolate il selettore per ottenere l’impostazione desiderata, il che è abbastanza intuitivo: girando il selettore nella direzione positiva (+), otterrete immagini più chiare, girandolo in direzione negativa (-), l’immagine risulterà più scura.

La variazione rispetto all’esposizione calcolata automaticamante è calcolata in EV (EV) e un EV corrisponde ad un stop. Si tratta di una misurazione molto precisa: aumentando di un EV (+1.0 EV), si raddoppia l’esposizione, diminuendo di un EV (-1.0 eV) si dimezza l’esposizione. Potete schiarire o scurire la scena anche con incrementi nella misura di un terzo. Riportiamo sotto alcune soluzioni in cui la funzione EC è risultata di grande aiuto.

FORTE LUCE DIETRO IL SOGGETTO AREE DI BIANCO IN FORTE LUCE SOGGETTI ILLUMINATI DA PROIETTORE
Quando lavorate in situzioni in cui la luce dietro al soggetto è intensa, nonostante i migliori sforzi, il  soggetto potrebbe risultare oscurato, producendo l’effetto silhouette:

aumentate di almeno +1.0 EV

Le inquadrature di spiagge di sabbia bianca in condizioni di forte luce, non sempre mantengono la nitidezza del bianco. Alcuni esposimetri potrebbero rilevarla, ma spesso queste scene risultano poi tendenti al grigio:

aumentate almeno  +1.0 EV; fino a +2.0 EV.

Presupponiamo che stiate fotografando degli attori su un palco scenico. L’esposimetro potrebbe rilevare lo sfondo scuro e dare come risultato una brutta sovraesposizione. Per fissare l’esposizione:

diminuisci di almeno -1.0EV

USATE ANCHE LE IMPOSTAZIONI ISO

Oltrea alla velocità di otturazione e all’apertura del diaframma entra in gioco anche un terzo elemento per aiutarvi con l’esposizione, le impostazioni ISO. L’ISO è un’impostazione puramente elettronica che amplifica il segnale proveniente dal sensore. Non influenza la quantità di luce che il sensore riceve, è soltanto una specie di interruttore che permette alla fotocamera di agire con troppa luce o poca luce.

Se fin’ora avete fotografato in modalità automatica o avete scelto una modalità “scene”, la fotocamera avrà impostato automaticamate la sensibilità ISO. Per molti modelli di fotocamere tuttavia il valore ISO per queste modalità di scatto è limitato. Se avete fotografato in modalità P con impostazioni ISO 800, potreste essere incappati in situazioni in cui non siete riusciti a ottenere il risultato desiderato.

Quindi, la prossima volta aumentate il valore dell’ISO se la luce è troppo scarsa per l’esposizione che desiderate ottenere, oppure riducete l’impostazione ISO se la luce è troppa. Nelle situazioni in cui invece avate balgliori di luce, lasciate stare la regolazione ISO e usate il flash esterno.

LA FUNZIONE BRACKETING PER OTTENERE UNA BUONA ESPOSIZIONE

Il Bracketing risale all’epoca della pellicola, quando il fotografo bloccava l’esposizione scattando un’immagine in base alla lettura dell’esposimetro, e successivamente altre due immagini, una leggermente sovraesposta e l’altra leggermente sottoesposta. Questo procedimento fortunatamente è ora automatizzato e permette di testare velocemente diverse esposizioni.

Potete impostare il livello di esposizione fra ogni scatto (mezzo stop, un terzo, ecc.) e il numero di scatti per la sequenza. Quando premete il pulsante di scatto, la fotocamera raggrupperà tutte le esposizioni. La funzione di Bracketing è utile in particolare nelle scene soggette a rapidi cambi di luce.

Articolo tratto da Fotografia Digitale di Dan Richards

Non perderti le ultime news

Iscriviti alla newsletter di:

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Commenta questo articolo

Può piacere a un tuo amico? Condividilo!

Facebook
Twitter
LinkedIn
Email
WhatsApp

Ultimi pubblicati

SCOPRI TUTTI I CORSI