Le più importanti tecniche di ripresa cinematografiche.

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Il cinema è fatto di tante tecniche di ripresa differenti, necessarie per dare rilievo a un dettaglio, a una sensazione o a un preciso storytelling. Sono filtri con i quali i registi ci restituiscono il proprio modo di vedere il mondo e di raccontare una storia

Vediamo alcune di queste tecniche insieme.

Camera a mano.

Si tratta di una tecnica che prevede scene immersive e per questo è utilizzata per lo più per reportage o scene d’azione. Nel corso di questi ultimi anni, in particolare negli horror, è sempre più spesso sfruttato l’espediente del mockumentary – una sorta di finto documentario rinvenuto – che necessita, appunto, di una pellicola che sembri girata in maniera amatoriale, così da trasmettere una maggiore sensazione di realismo

Campo-controcampo.

Questo è forse uno degli effetti visivi più utilizzati nel cinema e si costruisce in fase di montaggio con l’alternanza di due differenti inquadrature. È per lo più utilizzato nei dialoghi che prevedono un botta e risposta e quindi una successione tra primo e secondo soggetto.

Effetto Vertigo.

Utilizzata per la prima volta da Alfred Hitchcock ne “La donna che visse due volte” del 1959, questa particolare tecnica cerca di riprodurre un senso di stordimento e di vertigine nello spettatore. L’effetto è ricreato grazie alla combinazione e alternanza tra un’inquadratura stretta sul soggetto e una carrellata indietro, in questo modo lo sfondo sembra cambiare dimensione rispetto al soggetto, come se stesse precipitando.

Carrellata avanti, indietro o circolare.

Con carrellata si intende quella tecnica che prevede l’utilizzo di un carrello su cui è montata la macchina da presa, che si muove grazie a dei binari, avvicinandosi o allontanandosi dal soggetto. In questo modo è possibile dare rilievo ai dettagli, con l’avvicinamento ad un punto – carrellata in avanti –, seguire il soggetto mentre si muove – carrellata laterale – o allargare l’inquadratura per dare visibilità del contesto in cui si trova il soggetto – carrellata indietro. Si parla, invece, di carrellata circolare, se la cinepresa fa un giro di 360° attorno al soggetto, così da rendere ancor più partecipe della scena lo spettatore.

Piano sequenza.

Il piano sequenza è forse tra le più virtuose e complesse tecniche cinematografiche. Si tratta di unica e lunga sequenza che narra una storia dal suo inizio alla sua fine, senza editing o alcun taglio nel montaggio. Questo fa sì che tutto quello che accade, mentre si riprende, debba essere preciso: la composizione deve curata nei minimi particolari. Ogni dettaglio, battuta, inquadratura, movimento deve essere perfetto, se si sbaglia anche una sola di queste cose, l’intera sequenza non è utilizzabile ed è necessario ricominciare da capo. La mancanza di stacchi o di salti temporali, amplifica un senso di immersione nello spettatore, dando continuità allo sguardo

Uno dei più recenti e riusciti esempi di questa tecnica è il capolavoro “Birdman” di Alejandro González Iñárritu.

Zoomata.

Nota probabilmente a tutti, la zoomata sfrutta un obiettivo che permette al regista di stringere sul soggetto, senza spostare la cinepresa, dando risalto a determinati particolari, utili per la narrazione. 

Steadycam Shot.

Resa celebre dal film “Shining” (1980) di Stanley Kubrick, la tecnica steadycam shot è possibile grazie ad una sofisticata imbracatura su cui è fissata la macchina da presa, che consente all’operatore di muoversi in libertà, ammortizzando le vibrazioni da spostamento. Questo crea un movimento di macchina fluido, utile per le riprese in luoghi stretti. 

Long Tracking Shot.

In questo caso parliamo di lunghe carrellate, che ricreano un gioco articolato di meta-linguismo. Questa tecnica è ormai uno dei tratti caratteristici del cinema di Paolo Sorrentino che si rifà a Martin Scorsese, regista che ha dato grande rilievo all’uso di musica e carrellate lunghe nei suoi film. 

Trunk Shot.

Questo tipo di inquadratura dall’alto verso il basso è spesso utilizzata da Tarantino in scene in cui il soggetto è morto, svenuto o si trova all’interno del bagagliaio di un’auto. Dunque un tipo di inquadratura in soggettiva spesso “impossibile”, in quanto il soggetto è incosciente o senza vita.

Wide Shot.

Questa tecnica consiste nel riprendere un oggetto interamente o un soggetto dalla testa ai piedi, per dare modo di vederlo in tutta la sua interezza.

Panning e Tilt.

Il panning, chiamato anche con l’abbreviazione pan, è costituito da veloci movimenti della macchina da presa da sinistra a destra e viceversa ed è spesso utilizzato per girare scene di inseguimento

L’effetto del tilt, invece, prevede spostamenti continui della cinepresa dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto, sostanzialmente una sorta di panning verticale. 

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